Benvenuti! È quello che sono solita dire alle persone che frequentano lo studio presso cui lavoro, perché voglio che si sentano a proprio agio, in un luogo accogliente e sicuro, dove poter riflettere su di sé per un’ora a settimana, nella certezza di consegnare la loro storia a chi se ne prenderà cura rispettando la loro privacy.
Sono una Psicologa, Psicoterapeuta e Mediatrice familiare di approccio Sistemico-Relazionale, appassionata al suo lavoro e alle storie di vita. Ho sempre sentito che la mia professione rappresenti un aspetto della mia personalità: essa si focalizza sul rendere utili le mie doti empatiche (in parte naturali, in parte frutto della mia esperienza di vita, ma sempre in via di miglioramento) e la mia capacità di prendermi cura degli altri, nonché di aiutarli ad entrare in contatto con se stessi e scoprire le loro risorse.
Mi occupo del ciclo di vita, ossia di persone di tutte le età; amo utilizzare nel mio lavoro il concetto di “sviluppo” perché credo fortemente che ognuno di noi affronta un processo evolutivo che, se lo vuole, può essere costantemente migliorativo, proprio come un sano allenamento: è normale inciampare, imbattersi in dei vicoli ciechi, sbagliare strada. Quello che possiamo fare insieme è provvedere a questi ostacoli, prendendo la vita in mano e cercando di farne un’opera unica e originale.
Il mio approccio clinico e psicoterapeutico è focalizzato sulle relazioni con i contesti di vita: è molto importante il nostro modo di comunicare con gli altri e con noi stessi. Si, comunicare è un’arte! E nel mio approccio l’uso del linguaggio analogico è fondamentale. Di cosa sto parlando? Non solo del linguaggio non verbale (mimica, movimenti del corpo), ma anche della musica, dell’arte, della metafora, di tutto ciò che ha un significato simbolico. Perché nel mio approccio si utilizzano questi elementi? Perché l’apprendimento è influenzato più dai simboli e dall’esperienza che dalle parole e dunque è possibile attuare, attraverso questi strumenti di comunicazione, un cambiamento più incisivo e significativo.
Altra domanda che potreste pormi è: qual è il focus dell’attenzione in questo approccio? L’individuo in relazione con gli altri: con “altri” intendiamo le persone più significative della sua vita, come i familiari, il/la partner, gli amici, i colleghi di lavoro. Infatti un’attenzione esclusivamente all’individuo ed al suo modo di pensare e di agire sarebbe parziale, mentre l’ottica complessa deve tenere conto di più fattori possibili. Pensiamoci un po’: si nasce in una famiglia, nella migliore delle ipotesi, si cresce osservando il modo di interagire delle persone più care, si impara a dare significato alle cose sulla base delle spiegazioni che si ricevono e ascoltando gli altri. Non sempre condividiamo il pensiero altrui, ma i valori, le convinzioni hanno una base culturale specifica. Il nostro scopo nella vita è diventare chi siamo: possiamo farlo prendendo spunto dalla famiglia, dagli amici, dai colleghi; ma abbiamo il dovere verso noi stessi di diventare unici e originali.
“Un giorno tu ti sveglierai e vedrai una bella giornata. Ci sarà il sole, e tutto sarà nuovo, cambiato, limpido. Quello che prima ti sembrava impossibile diventerà semplice, normale. Non ci credi? Io sono sicuro. E presto. Anche domani.”
Fëdor Michajlovič Dostoevskij
Dott.ssa Gabriella Comi
Psicologa e Psicoterapeuta a Reggio Calabria
Iscritta all’albo A degli psicologi della Calabria con n.2138 dal 06/09/2019 N. 2138
Laureata in Psicologia dello Sviluppo e dei Processi Educativi presso l’Università di Milano-Bicocca; Specializzata in Psicoterapia Sistemico-Relazionale presso l’Istituto di Terapia Familiare di RC-ME; Mediatrice Sistemica, certificata presso Istituto di Terapia Familiare di RC-ME
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